Trani, perla dell'adriatico
Trani è un comune italiano di 54 912 abitanti, capoluogo, insieme a Barletta e Andria, della provincia di Barletta-Andria-Trani in Puglia, si affaccia sul Mare Adriatico.
Nel corso del medioevo fu un rilevante centro urbano e scalo commerciale sull’Adriatico; si pensa vi sia stato promulgato il primo codice marittimo del mondo occidentale, gli Ordinamenta et consuetudo maris, nel 1063. È sede di tribunale e di sezione di Archivio di Stato. Trani è stata sede della Regia Udienza provinciale per più di due secoli, dal 1586 al 1806, con funzioni di capoluogo e di principale centro amministrativo e giudiziario per l’antica provincia di Terra di Bari; successivamente divenne sede della Corte d’Appello delle Puglie.
La produzione economica è variegata: oltre all’estrazione e lavorazione dalle sue cave della pietra di Trani, vi è l’industria di calzature, abbigliamento, metalmeccanica e del legno; vi si produce il Moscato di Trani. Sono sviluppati il settore terziario e il turismo, sia culturale che balneare. Trani è riconosciuta tra le città d’arte della Puglia, grazie alla rilevanza storica e artistica del borgo antico e di monumenti quali la cattedrale romanica e il castello svevo.
Cattedrale di San Nicola Pellegrino
La cattedrale di Trani, la cui basilica superiore è intitolata a santa Maria Assunta, è la costruzione più prestigiosa della città pugliese.
È uno dei più rappresentativi e pregevoli esempi di architettura romanica pugliese. È stata definita come “la regina delle cattedrali di Puglia” e costituisce anche un’apprezzata meta di turismo culturale. La costruzione è stata realizzata utilizzando la pietra calcarea tipica della zona, la pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco.
La cattedrale si distingue da ogni altro esempio di architettura romanica pugliese prima di tutto per la sua posizione di immediata vicinanza al mare e per il risultare pienamente leggibile sui fronti esterni da tutti i lati, grazie ad una certa distanza che la separa dagli edifici circostanti; si distingue inoltre per l’imponente transetto coronato da un elaborato cornicione, per l’uso poi dell’arco a sesto acuto nel passaggio situato sotto il campanile, fenomeno non molto diffuso nell’architettura romanica, e per l’insolita presenza di quattro diversi luoghi di culto nella stessa cattedrale, ognuno dotato della propria distinzione e compiutezza architettonica.
Un primo edificio di culto risalente al IV secolo, come evidenziato da recenti scavi archeologici, sarebbe sorto sull’area dove è attualmente ubicata la cattedrale. Successivamente la chiesa di Santa Maria, corrispondente al piano dell’attuale cripta longitudinale posta sotto la navata della basilica superiore, sostituì l’edificio più antico e al suo interno fu scavato un sacello per ospitare le reliquie di san Leucio.
La costruzione dell’attuale cattedrale iniziò nel 1099, nel periodo subito successivo alla santificazione di san Nicola Pellegrino, durante la dominazione normanna.
La consacrazione avvenne nel 1143 prima ancora del completamento. La fase decisiva della costruzione si ebbe presumibilmente tra il 1159 e il 1186 sotto l’impulso del vescovo Bertrando II, mentre verso il 1200 il completamento era da considerarsi raggiunto, eccezione fatta per il campanile. L’elegante torre campanaria, alta circa 58,90 m., fu eretta soltanto in seguito, essenzialmente tra il 1230 e il 1239, ma il completamento si ebbe poco dopo la metà del Trecento mentre era vescovo Giacomo Tura Scottini.
Per secoli la cripta dedicata a san Nicola Pellegrino, ovvero la cripta trasversale o soccorso di San Nicola, posta esattamente sotto il transetto della basilica superiore, ha custodito insigni reliquie, tra le quali il corpo della martire orientale santa Febronia, di cui è possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un dipinto ovale che la raffigurano, presso il museo diocesano.
La porta centrale di bronzo è opera di Barisano da Trani e fu realizzata nel 1175: si tratta peraltro di uno dei più interessanti esempi del genere nell’Italia meridionale. La porta originale è esposta all’interno dell’edificio, mentre all’esterno è stata collocata una fedele replica, inaugurata nel 2012.
Il piazzale situato dinanzi all’edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie alla scenografica cornice offerta dalla maestosità della cattedrale e dal mare. La piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui Sting, George Benson, Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Lucio Dalla, Ornella Vanoni, Gino Paoli, Francesco De Gregori, Angelo Branduardi, Claudio Baglioni, Antonello Venditti, Gianna Nannini, Fiorella Mannoia, Gigi D’Alessio, Francesco Renga, Samuele Bersani, Vinicio Capossela, Ludovico Einaudi, Mario Biondi, ed altri. Oltre a diverse rappresentazioni teatrali, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di opera.
Monastero di Santa Maria di Colonna
Il monastero di Santa Maria di Colonna, situato sulla penisoletta di Capo Colonna, è a poco più di un miglio dal centro della città, in un’area un tempo fuori dall’abitato urbano, ma adesso compresa al centro di una florida zona turistico-residenziale. Il monastero benedettino fu fondato insieme all’attigua chiesa tra la fine dell’XI secolo e l’inizio del XII, dal nobile tranese Goffredo Siniscalco.
La facciata della chiesa è composta secondo schemi tipici dell’architettura romanica, è presente il rosone, il portale è compreso in un protiro con arco lavorato sostenuto da agili colonnine che include un architrave di finissima fattura proveniente da un monumento classico, a coronamento è posta una serie di archetti pensili sulla cuspide.
All’interno della chiesa si conserva il Crocifisso ligneo del XV secolo oltraggiato dai corsari saraceni e un prezioso altare donato dal Gran Duca di Toscana in cambio delle reliquie di Santo Stefano, che qui si veneravano fino al 1684. Notevole è la veduta panoramica di cui si può fruire, salendo al piano superiore, dal quale è possibile osservare la costa antistante il lungomare, sino alla villa comunale con la cattedrale sullo sfondo.
Attualmente il monastero è utilizzato per iniziative culturali, concerti di musica jazz e classica all’interno del chiostro o nel cortile esterno. Il piazzale del monastero è utilizzato, al pari delle piazze della cattedrale e del castello e di altre piazze cittadine, come contenitore ideale per eventi artistici e musicali; ha avuto grande importanza il concerto di Elton John di settembre 2010.
Castello Svevo
Il castello svevo di Trani fu edificato nel 1233 sotto il regno di Federico II di Svevia; è uno dei più importanti e meglio leggibili tra i castelli federiciani, malgrado alcune trasformazioni che ne hanno in parte modificato l’assetto originario. L’edificio fronteggia il prospetto della cattedrale, ed è posizionato nel tessuto urbano in modo che la considerevole altezza originaria delle torri desse agio al controllo del porto e delle vie d’accesso alla città.
Nello stesso sito era sorta in precedenza una torre del X-XI secolo, di dimensioni non grandi, a pianta quadrilatera e di accurata fattura, con probabili funzioni di vedetta, i cui resti sono stati rinvenuti sotto il piano di pavimentazione dell’attuale ingresso nell’androne orientale. È accertato che nella città di Trani vi fosse già un Castello Antico dell’attuale, di cui tuttavia si ignora l’esatta ubicazione, costruito per iniziativa del Re Normanno Ruggero II e distrutto nel 1137; da questo anno, fino al momento della fondazione dell’attuale castello nel 1233, mancano documenti che forniscano notizie su edifici castellari in Trani, ma è anche provata per tale periodo la presenza in città, e l’interessamento alla stessa, da parte di Federico II.
Nel castello soggiornò spesso il figlio di Federico, Manfredi, che il 2 giugno del 1259 vi sposò in seconde nozze Elena Ducas Comneno, con celebrazioni ricordate nelle cronache per lo sfarzo e la solennità.
Nella seconda metà del XIII secolo, sotto il dominio angioino, il castello fu intensamente impiegato in ruoli di grande rilievo; in quel periodo infatti fu un importante centro amministrativo e vivace ambiente per la vita di corte, i membri della famiglia reale vi risiedettero con frequenza e si celebrarono significativi eventi.
Nel castello furono trasferiti i quaderni e gli scritti dei conti dei Maestri Razionali, che raccolti in registri, seguivano la corte regia nei suoi spostamenti; il 16 marzo 1290 il custode dell’archivio delle “rationes” della Curia, Guglielmo de Pontoise, ricevette a Napoli tutti i registri contabili dei vari funzionari delle province, fino ad allora custoditi a Trani. Per un certo periodo nel castello fu custodito anche il tesoro regio, il cui controllo era affidato a Matteo de Riso e al castellano di Trani. L’edificio funse anche da deposito regio per materiale bellico e per beni di valore: ebbe quindi immagazzinato un vasto arsenale a disposizione dell’esercito, di cui sono documentati in modo puntuale le quantità di ferro ed acciaio da forgiare, di lance, balestre e quadrelli, e di uniformi; vi furono inoltre custoditi ingenti volumi di cera e di merci ricercate e preziose come pepe, cannella, zucchero e bombice.
Un’ala del castello era tenuta pronta ad ospitare il sovrano e la sua corte: grazie alle missive inviate da Carlo I, da alcune si apprende che il re avesse la consuetudine di essere ospite del castello -“in cameris castri nostri Trani, in quibus consuevimus hospitari”-, e da altre che provvedeva al denaro necessario per le spese delle sue figlie che lì vi dimoravano. Nel 1268 si tennero nel castello le nozze tra Carlo I d’Angiò e Margherita di Borgogna e nel 1271 quelle di Filippo, secondogenito di Carlo, con Isabella di Villehardouin principessa d’Acaia.
Il castello sotto il dominio spagnolo, regnante Carlo V, subì a partire dal 1533 notevoli trasformazioni, affinché fosse adeguato alle nuove esigenze difensive sorte in seguito all’invenzione della polvere da sparo. A partire dal 1832 subì una serie di lavori per la trasformazione in carcere centrale provinciale, aperto nel 1844, funzione mantenuta fino al 1974. Nel 1976 il Castello fu consegnato alla Soprintendenza ai beni ambientali e artistici della Puglia. È stato sottoposto a lavori di restauro a partire dal 1979 ed è stato aperto al pubblico il 5 giugno 1998.
È stato dichiarato Monumento Nazionale con il R.D. 27 ottobre 1936, n. 2091 (abrogato dal D.P.R. 248/2010). Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale della Puglia, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei.
Fortino di Sant'Antonio
All’estremità sinistra della villa comunale si accede all’antico fortilizio destinato alla protezione dell’estrema punta orientale del porto: il fortino è un’opera di fortificazione posta a protezione dell’ingresso del porto, sul molo di Sant’Antonio, che prende il nome da un edificio religioso del XII secolo, la chiesa di Sant’Antonio Abate, dal 1478 sconsacrata ed utilizzata come deposito annesso ad un cantiere navale, nel quale il ricco commerciante Simone Caccetta nello stesso 1478 fece costruire una nave di grossa stazza dotata di 160 uomini di equipaggio. Il 20 febbraio 1530 il governatore veneto Giovanni Vetturi in questo luogo ufficializzò la consegna della città al vicario di Carlo V, Fernando de Alarcon. La struttura della chiesa fu poi inglobata definitivamente nel 1541 all’interno della costruzione difensiva preesistente, a seguito della fortificazione voluta dal Viceré Pietro de Toledo per esigenze difensive della rada del porto. La chiesa e il fortino sono stati oggetto di restauro negli anni ’80.
Dalla sommità del fortino è possibile ammirare tutta l’insenatura su cui si affaccia il borgo antico, distinguendo chiaramente la cattedrale e le caratteristiche absidi della chiesa di Ognissanti. Questo punto panoramico è considerato dai suoi abitanti uno dei posti più belli e suggestivi della città.
Villa Comunale
È il giardino pubblico più grande della città. Si estende su un terrazzamento a picco sul mare, cinto dai bastioni delle antiche fortificazioni della città, circondato su tre lati dal mare. La posizione della villa offre, sul lato sud, una splendida vista panoramica del lungomare fino al monastero di Santa Maria di Colonna, mentre dal lato nord si accede al Fortino di Sant’Antonio, da cui si può godere della vista dell’intera insenatura del porto e della cattedrale.
La villa venne inaugurata nel 1824 e successivamente ampliata grazie alla bonifica dei terreni immediatamente a sud, sulla costa, nella zona denominata per l’appunto “Canneto” a causa dell’insalubrità dei luoghi. Fu annoverata tra i giardini pubblici più belli dell’Italia meridionale nell’edizione del 1937 dell’Enciclopedia Treccani.
L’area è piantumata a palme, lecci, querce e pini, ed è abbellita da aiuole, fontanelle e giochi per bambini. Nella parte sud, all’interno di una galleria che scende al livello delle antiche mura, è presente un acquario contenente diciotto vasche valorizzate con pietra di Trani che ospitano circa cinquecento pesci di molte specie provenienti da diversi laghi e fiumi del mondo e piante acquatiche ornamentali.
Il viale centrale corre quasi interamente parallelo alla linea della costa ed è lungo 350 metri; sul viale, collocato di fronte all’ingresso principale, si trova il monumento ai caduti, scolpito nel 1923 dal tranese Antonio Bassi. Percorrendo il viale si incontra uno chalet del XIX secolo, sede di mostre e iniziative culturali a cura di artisti locali, e la cassa armonica, realizzata nel 1888 e recentemente restaurata e resa nuovamente funzionale; nei viali di destra sono raccolte sei colonne miliari dell’antica via Traiana, provenienti dal tratto Ruvo-Canosa.
Sinagoga Scolanova
La sinagoga Scola Nova è una sinagoga edificata nell’antico quartiere ebraico di Trani. Dopo la cacciata degli ebrei avvenuta nel XVI secolo divenne una chiesa con il nome di Santa Maria di Scolanova. Ritornò all’uso originario nel 2005.
Nell’antico quartiere ebraico di Trani esistevano quattro sinagoghe che furono convertite in chiese nel XVI secolo in conseguenza dell’espulsione degli ebrei locali. La sinagoga Scola Nova è con la sinagoga-museo Sant’Anna una dei due edifici sopravvissuti.
La sinagoga ScolaNova fu edificata nel XIII secolo e vi si accede per mezzo di una scalinata che sale dalla strada ad una porta posta sul lato occidentale. La semplice facciata è affacciata su via Scolanova. L’edificio è costruito a muratura in pietra calcarea. È dotato di portale unico e di quattro finestre monofore ad arco. L’intero edificio è dominato da un campanile a vela a sua volta sormontato da un timpano su cui svetta una stella di David in ferro battuto. Le caratteristiche architettoniche nel complesso richiamano lo stile degli edifici religiosi delle Murge e della valle d’Itria.
Palazzo Torres
Fu costruito nella piazza antistante la Cattedrale romanica, nella prima metà del XVI secolo, da Martino Torres, membro di una famiglia tranese di origine spagnola. Il prospetto è interamente realizzato in pietra e i piani sono scanditi da cornici marcadavanzale; gli elementi presenti in facciata, il portale, le finestre a timpano e i tre balconi rendono una sobria eleganza all’insieme. Dal 1811 il Governo ricevette in concessione dal Comune l’uso del Palazzo per l’amministrazione della giustizia, ospitando il massimo organo giudiziario della Terra di Bari e dal 1861 al 1923 la Corte d’Appello delle Puglie. Oggi è la sede centrale del Tribunale di Trani.
fonte Wikipedia
Puoi raggiungere facilmente
- Castello 1,20 km
- Cattedrale 1 km
- Piazza della Repubblica 0,5 km
- Ospedale San Nicola Pellegrino 2 km
- Museo Diocesano 1 km
- Porto di Trani 0,2 km
- Villa Comunale 0,5 km
- Monastero di Santa Maria Colonna 2,50 km
- Lido Mongelli 2,80 km
- Sinagoga 0,8 km
- Stazione Ferroviaria Trani 0,5 km
- Spiaggia di Trani 0,8 km
- Lido Matinelle 3,5 km